Non c'è più una vasca con le carpe dentro
coi pesci rossi o qualche monetina
una foglia secca o i riflessi del sole
questa vita è di chi è
me lo chiedo mentre prendo un tè
Nella vasca non c'è nemmeno il polline
depositato dove lo spruzzo si è interrotto
da piccolo c'andavo con un bel secchio
e pescavo i pesci fermi
gli unici che si lasciavan prendere
perché eran morti...
Al primo binario lavorava il nonno
mi ricordo la sua splendida grafia
tanti numerini scritti sul registro
pizza al taglio al bar della stazione
e poi me ne andavo via
Lui aveva sempre pane e marmellata
Santa Rosa a pezzettoni spesso di ciliegie
intorno alla vasca c'è cresciuto un cane
tra frisbee di stoffa parapiglia di piccioni
pronti a vendersi
per due beccate
Io non voglio piangere
per riempir di lacrime una vasca
che reclama ancora quei miei occhi
la testa coi pidocchi
gli sbucci sui ginocchi
non ho più un cuore che
un bambino col secchio
me lo ripeschi ognor (?)
perché sta fermo
Ora la stazione è diventata
come le altre nella vasca
sta morendo la chimera
dai no non saliamo sul 128
che un dopolavoro col distillatore
forse esiste ancora sai
da qualche parte
Io non voglio piangere
per riempir di lacrime una vasca
che reclama ancora quei miei occhi
la testa coi pidocchi
gli sbucci sui ginocchi
non ho più il cuore che
un bambino col secchio
l'ha ripescato ancora
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