domenica 30 dicembre 2012

Amsterdam - Jacques Brel





Nel porto di Amsterdam
ci sono marinai che cantano
di sogni che li ossessionano
al largo di Amsterdam.
Nel porto di Amsterdam
ci sono marinai che dormono
come stendardi fiammeggianti
lungo rive brulle.
Nel porto di Amsterdam
ci sono marinai che muoiono
pieni di birra e di drammi
alle prime luci dell’alba.
Ma nel porto di Amsterdam
vi sono marinai che nascono
nel calore denso
dei languori oceanici
Nel porto di Amsterdam
ci sono marinai che mangiano
pesci sgocciolanti
su tovaglie troppo bianche.
Vi mostrano denti
da morder la fortuna
da ingoiar la luna
da divorar le funi.
E l’odore di merluzzo
si sente fin nelle patate fritte
che le loro grandi mani invitano
ad arrivar numerose.
Poi s’alzano ridendo
in un rumor di tempesta
s’allacciano le braghe
ed escono ruttando.
Nel porto di Amsterdam
ci sono marinai che danzano,
sfregandosi il ventre
sul ventre delle donne
e girano e ballano
come stelle alla deriva
nel suono lacerante
d’una fisarmonica stonata.
Si rompono il collo
per sentirsi meglio ridere,
finché d’un tratto
la fisarmonica spira.
Allora con gesto grave,
allora con sguardo fiero,
accompagnan la loro dama
fin nella luce piena.
Nel porto di Amsterdam
ci sono marinai che bevono
e che bevono e ribevono
e che ribevono ancora.
Bevono alla salute
delle puttane di Amsterdam
di Amburgo o d’altrove.
Bevono dunque alle signore
che donano i loro corpi graziosi,
che donano la loro virtù
in cambio d’una moneta d'oro.
E dopo aver ben bevuto,
si piantano lì,  naso all'insù verso i cieli
se lo soffiano nelle stelle
e poi pisciano, come io piango,
sulle donne infedeli.
Nel porto di Amsterdam!
Nel porto di Amsterdam....

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